Dalla socialità cellulare alla socialità umana
Con
Piero Angela
I primi esseri unicellulari sopravvivevano (ancora oggi è così) badando solo a se stessi, senza aiutare gli altri. Erano (e sono) “egoisti”. Man mano che emersero colonie cellulari (spugne) e poi esseri pluricellulari, la cooperazione diventò indispensabile per la reciproca sopravvivenza: una forma più efficace di egoismo. Così è nelle società umane, con la differenza che l’altruismo (la socialità) richiede il riconoscersi nell’altro, nel gruppo. Chi non rispetta le regole, chi tradisce, è un elemento di disgregazione, a ogni livello: nelle amicizie, nelle parentele, nelle squadre, nelle comunità, nelle nazioni.
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