L'Economia

Un podcast di

Ritratto di Federico Fubini

Federico Fubini

Il Lavoro, il Debito Pubblico, l'Euro, la Scuola, la Disoccupazione, l'Immigrazione, l'Emigrazione, la Grande Recessione, il Calo Demografico, le Big Tech, la Cina. I grandi problemi del mondo di oggi, raccontati e interpretati da Federico Fubini, economista, scrittore, vicedirettore ad personam del Corriere della Sera.

Episodi

1. Perché gli italiani non studiano

Siamo un paese di grande cultura ma poco istruito. Come è possibile che l'Italia, che ha dato vita alle Università fin dal Basso Medioevo, sia rimasto così indietro? La risposta è nei numeri. In Italia laurearsi non è così conveniente, soprattutto se si è donne.
Gli studi e le opportunità non sono uguali per tutti. Il diritto ereditario sembra quasi la condizione naturale del nostro paese. I soldi non spiegano tutto. Spagna, Estonia, Polonia e Irlanda pur investendo meno hanno risultati migliori dell'Italia. Cosa manca?

2. Le conseguenze politiche (ed economiche) della Grande recessione del 2008-2009

11 anni fa, nel 2008, con il fallimento inatteso di Lehman Brothers il mondo è entrato nel pieno della peggiore crisi finanziaria ed economica dal dopoguerra. A che punto siamo oggi dopo quello che, se fosse un corpo umano, possiamo definire un infarto dell'economia internazionale? Come i governi delle principali aree economiche del mondo stanno guidando questo cambiamento?

3. Come sta cambiando l'area euro dopo la crisi del debito sovrano

L'euro, la moneta unica dell'Unione Europea, ha compiuto 20 anni ed è tempo di bilanci. La sua vita è stata complessa: ha visto una fase iniziale di navigazione tranquilla, una fase di crisi convulsa in cui ha rischiato di scomparire (2009-2013) e poi una fase di ripresa, con il rafforzamento delle istituzioni di questa nostra casa comune. È tempo di completare il tetto della zona Euro. Finché non l'avremo fatto, rischiamo che ci piova in casa in ogni momento.

4. Le Big Tech rendono la vita più facile o ci rubano la libertà?

L'euro, la moneta unica dell'Unione Europea, ha compiuto 20 anni ed è tempo di bilanci. La sua vita è stata complessa: ha visto una fase iniziale di navigazione tranquilla, una fase di crisi convulsa in cui ha rischiato di scomparire (2009-2013) e poi una fase di ripresa, con il rafforzamento delle istituzioni di questa nostra casa comune. È temMicrosoft, Apple, Alphabet, Facebook, Samsung, Intel, Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, Oracle, Sap, Adobe, Salesforce, Broadcom, IBM, Nvidia, Sony, Alibaba e Tencent sono i nomi delle aziende che negli ultimi 15 anni hanno preso a dominare il capitalismo globale.
Sono tutte aziende che nascono con internet, attorno ad internet e grazie ad internet. Big tech, vengono chiamate. È il fenomeno che domina questo scorcio di XXI secolo, che si basa su leggi nuove. E sono proprio gli europei, con i loro comportamenti, a facilitare l'ascesa di queste imprese che stanno mettendo ai margini l'economia europea dal nuovo capitalismo globale.po di completare il tetto della zona Euro. Finché non l'avremo fatto, rischiamo che ci piova in casa in ogni momento.

5. L'ascesa della Cina e le guerre commerciali

L'ascesa della Cina è la grande storia della nostra epoca: un paese che si è trasformato da economia povera e isolata in grande superpotenza dell'economia mondiale. Cos'è successo negli ultimi 25 anni?
Nel 1995 l'economia cinese valeva in fatturato qualcosa come 740 miliardi di dollari, un terzo dell'Italia e il reddito medio era a livelli che l'Italia ha conosciuto nell'immediato dopoguerra quando l'Italia era un paese distrutto dalla guerra. Nel 2005 la Cina sorpassa l'Italia. E questa ascesa non si è mai fermata. Le cifre sono impressionanti. Eppure la Cina rimane un paese fragile. Ecco i suoi punti deboli e le sue contraddizioni.

6. Dal miracolo ai vent'anni perduti


Come dobbiamo leggere la parabola dell'economia italiana nel dopoguerra

Distruzione, poi gloria, poi ancora stagnazione e umiliazione. Poi miracolo e poi di nuovo povertà. La vicenda economica del dopoguerra nel nostro paese, vista da fuori, ma anche vista da dentro, è un enigma indecifrabile: come è possibile che un paese così ricco di cultura, di arte e di conoscenze, sia passato rapidamente dalla guerra al miracolo economico che lo porta a sedere tra le una delle prime 7 economie industrializzate del pianeta e poi tutto questo si interrompa negli ultimi anni, che potremmo definire il ventennio perduto.

7. Perché l'Italia ha tanto debito pubblico e cosa significa

L'Italia è una società ricca in uno stato povero. La società è composta di milioni di famiglie fra le più ricche al mondo, mentre lo stato è pieno di debiti e lo è sempre stato. Abbiamo avuto dall'unità d'Italia delle storie di alto debito pubblico, ma mai come oggi.
Fino a dove, fino a quando un livello di debito così alto è sopportabile? Qual è la storia che ci ha portato fin qua? C'è un legame fra il livello di risparmio delle famiglie e quello di debito dello stato? Capiamo insieme questa anomalia italiana nel quadro europeo.

8. Dal baby boom alla crisi delle nascite


La demografia italiana nel dopoguerra e perché è così importante per la crescita

L'Italia non fa più figli: siamo gli ultimi in Europa per nascite ogni mille donne, terzultimi per l'età media in cui le madri mettono al mondo un bambino. Si contano più di 146 mila nascite all'anno in meno rispetto a 11 anni fa e quest'onda lunga della denatalità continua ad avanzare.
C'è chi è convinto che le carriere femminili scoraggino la riproduzione e chi mostra che in paesi in cui le donne lavorano più degli uomini (Scandinavia) si facciano più bambini. Chi ha ragione?

9. Le conseguenze economiche dell'immigrazione (degli stranieri in Italia)

Le emigrazioni definiscono e definiranno non solo la politica ma anche l'economia dei paesi europei e dell'Italia nei prossimi decenni. Il 3,5% dell'umanità vive all'estero e il 15% degli adulti nel mondo vorrebbe vivere in un paese diverso da quello nel quale si trova.
Sono numeri enormi, soprattutto se guardati in prospettiva. In Italia oggi vivono circa 6 milioni di stranieri, intorno al 10% della popolazione residente, una quota più bassa della gran parte dei paesi avanzati dell'Unione Europea. Ma quanto sono integrati nella nostra economia? Quali sforzi sta facendo l'Italia per essere attrattiva?

10. Le conseguenze economiche dell'emigrazione (degli italiani all'estero)

Non c'è italiano che non abbia una stretta connessione nella sua vita personale con il gesto più antico di tutti: raccogliere le proprie cose e andarsene altrove per cercare una vita più interessante.
Negli ultimi 10 anni almeno 600 mila connazionali, perlopiù giovani e più istruiti della media, se ne sono andati all'estero decisi a trovare opportunità più attraenti in un'altra regione d'Italia o del mondo, un ambiente che non oppone resistenze alle loro aspirazioni e li fa sentire a casa propria.
I dati sull'emigrazione spiegano tante cose: ci parlano di qualità della vita, aspirazioni, investimenti, stato di salute del sistema produttivo e del Paese.

Caporetto, 1917


Prima Guerra Mondiale

Il 24 ottobre, alle 2 del mattino, la formidabile artiglieria tedesca apre il fuoco a granate e gas. Gli italiani non hanno mai affrontato un nemico così. Storditi e decimati, vengono sorpresi ancora nelle loro caverne fortificate. Il generale Cadorna ordina di retrocedere. Una disfatta, che tuttavia non fu decisiva. Al Piave il nemico verrà fermato e un esercito rianimato e riorganizzato si preparerà al nuovo anno di guerra, che si conclude con la vittoria italiana.