Meraviglia senza tempo

Un podcast di

Ritratto di Silvia Di Pietro

Silvia Di Pietro

Definita “delizia di Roma” dai contemporanei, la Galleria Borghese è uno scrigno, un raffinato contenitore che custodisce da secoli bellezza. Il suo compito è deliziare, suggestionare, risvegliare ricordi e raccontare storie del passato che non smettono mai di emozionarci. Questo podcast prende le mosse dalla mostra “Meraviglia senza tempo” curata da Francesca Cappelletti e Patrizia Cavazzini, che racconta dell’ambizione all’eternità delle opere d’arte, del dibattito critico di un’epoca sensibile alla gara tra pittura e scultura, e anche di materiali primordiali, estratti dalle miniere, del loro percorso avventuroso fino alle botteghe degli artisti e fino al loro posto nelle collezioni, calamite per la produzione di beni di lusso. E come un meraviglioso intarsio che accosta armoniosamente materiali variegati, questa serie raccoglie e dà voce alle pietre e, con loro, ai protagonisti di un intreccio di storie di molti secoli fa che lanciarono una sfida alla corruttibilità e alla caducità del tempo attraverso la meraviglia.

Episodi

La pietra dipinta: resistere al tempo

Se anche le pietre potessero parlare… che storie racconterebbe il peperino, la pietra tufacea dei vulcani ormai spenti dell’entroterra laziale che per secoli ha dato forma a palazzi, monumenti, portali e scalinate celebri come Castel Sant’Angelo, la Cloaca Massima e il sacro bosco di Bomarzo? Com’è finita tra le audaci mani di Sebastiano del Piombo? In quale audace sfida è stata coinvolta? Ascoltate tutto dalla sua autentica voce, sarà capace di stupirvi!

Galleria Borghese: Delizia di Roma

Ci sono uomini e donne legati indissolubilmente ai luoghi hanno ardentemente voluto e realizzato per farne un presidio della storia. Tra questi c’è sicuramente il cardinale Scipione Borghese, personaggio controverso e senza scrupoli, che a Roma ha voluto la Galleria che da lui ha preso il nome per dar sostanza al suo sogno di bellezza. Lasciatevi accogliere, dunque in questa dimora dell’arte, in questo tempio dell’universo, in questo luogo di bellezza dal suo stesso padrone di casa: saprà farvi godere delle infinite delizie che oggi come allora continua a custodire come un prezioso scrigno e introdurvi alla meraviglia che le sue stanze e le sue collezioni ancora sanno suscitare.

L'ardesia: una sfida a sé stessi

Parla l’ardesia, l’oro nero della Liguria, che, con le sue lastre sottili, scure e compatte, si offrì ai pittori del Cinquecento come “la più preziosa delle gemme perché in grado di distinguere i vizi dalle virtù” sulla quale dipingere. Vi racconterà delle sue capacità riflettenti, della sua potenzialità nella resa di scene notturne, ma soprattutto saprà ammaliarvi con le insospettabili storie degli uomini che la estraevano, delle portatrici che si occupavano del suo trasporto, degli artigiani che sapientemente la tagliavano in lastre… perché dietro ogni opera d’arte si nasconde un mondo intero fatto di uomini e donne, di professionalità e competenze nascoste spesso trascurate.

Il lapislazzuli: il blu più desiderato

La parola al preziosissimo lapislazzuli, la pietra blu più rara e ricercata della storia dell’arte. Proveniente dalle terre lontane dell’Afghanistan, fin da tempi remoti ha “frequentato” il mondo degli artisti, colorando con la sua polvere gli infiniti cieli degli affreschi medievali e i manti di innumerevoli madonne. Qui saprà raccontarci dei mercati dell’antica Kabul, delle insospettabili rotte dei suoi viaggi in un mercato già globale agli inizi dell’età moderna e di quella osmosi tra natura e creatività, tra oggetto e contenuto che, attraverso la sua bellezza, prende corpo tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento.

La pietra paesina: la Natura dipinge

Umile, modesta, per niente esuberante nei colori e nella foggia, la pietra paesina apparentemente non è bella come le altre e, come la Cenerentola delle pietre, resta nascosta a lungo nel greto del fiume Arno. La sua voce entusiasta racconta però di quando inaspettatamente qualcuno ha scoperto dentro di lei “fantasie e scherzi che fa la natura” rendendola protagonista apprezzata dei gabinetti scientifici e Wunderkammer e facendola entrare negli atelier dei pittori che su di lei si divertirono a dipingere a 4 mani con la natura.