Ca-ra-uong, il suono di un'idea

“Ca-ra-uong” scriverebbe Hemingway usando una geniale trasformazione onomatopeica, invece di uno scontato “tuono di fucile”, per riferirsi a qualcosa che cambierà per sempre la vita felice di Francis Macomber, protagonista di uno dei suoi 49 racconti: “ca-ra-uong”, infatti, è un’espressione che non ha nulla a che fare con l’intervento di uno spirito divino, ma è legata a quello stato di entusiasmo o di eccitazione che “esplode” in un’idea con un suono difficile da descrivere. Pensando a Enrico Fermi o ad Archimede potrebbe venire in mente quel “ho trovato”, “eureka”, che sa di scoperta. Il punto di partenza del mio intervento è l’ispirazione che sta dietro il suono di un click fotografico e che è conseguenza del “prima pensa e poi scatta”, un concetto caro a Gianni Berengo Gardin che collega ispirazione e idea in modo magistrale: "entri in un posto, vedi che potrebbe esserci una bella foto, ma manca qualcosa. Se arriva quel qualcosa, può essere una buona foto, altrimenti non è niente.” Faremo un viaggio verso le “sabbie di Marte”, per quella ispirazione di Arthur Clarke che precede di almeno 10 anni il volo di Jurij Gagarin, per raccontare di esplorazioni e ricerche sul pianeta rosso, dalla coltivazione di piante alla produzione di energia. Ci accompagneranno cervelli artificiali montati su umani e umanoidi, previsioni climatiche inascoltate, l’IA e la sintesi tecnologica in nuove architetture sostenibili.