Speranza o illusione? Lo spiritismo tra aspettative e inganni

Nel pensiero religioso sono costantemente presenti il desiderio di sopravvivere alla propria morte e la speranza di ricongiungersi un giorno con le persone care scomparse. Ogni discussione sull’esistenza di una vita dopo la morte esula però dall’ambito scientifico, appartenendo a quello prettamente metafisico.
Lo spiritismo tuttavia è un insieme di credenze in cui non ci si limita a sostenere l’esistenza di una vita ultraterrena, ma si afferma la possibilità da parte dei vivi di entrare in comunicazione con le “anime” dei trapassati.
A differenza delle questioni tipicamente metafisiche, le affermazioni dello spiritismo possono quindi essere analizzate con gli strumenti tipici della scienza in quanto fanno riferimento a fenomeni che, se reali, rientrano nell’ambito empirico. Di conseguenza è perfettamente legittimo porsi le seguenti domande. Esistono prove scientificamente accettabili della possibilità di comunicare con l’aldilà? Esistono individui, dotati di particolari sensibilità, in grado da fungere da medium tra viventi e defunti? Durante le sedute spiritiche avvengono davvero fenomeni straordinari che sembrano violare le leggi di natura?
La storia dello spiritismo mostra come ogni presunto contatto con l’aldilà sia in realtà frutto o di auto-illusioni o, peggio, di trucchi deliberati per ingannare chi è profondamente segnato dal dolore. In tal senso il ruolo degli illusionisti è stato prezioso per smascherare impostori e ciarlatani.
La conferenza offre al pubblico un excursus storico sullo spiritismo e, con l’aiuto di un illusionista professionista, verranno mostrati fenomeni apparentemente inspiegabili, ma in realtà frutto di abili ed efficaci trucchi.