Dizionario inesistente

laFeltrinelli, Genova

Il nostro parlare è spesso un rincorrersi di storie sconosciute, cristallizzate da anni nel relitto di un suono.

Stacanovista, Luddista, Rocambolesco, Silhouette, Lapalissiano, Damigiana: dietro a queste come ad altre moltissime parole d’uso comune si celano storie a volte dimenticate, aneddoti curiosi e paradigmatici che hanno dato un volto e dignità di vocabolo a particolari costumi, situazioni, debolezze. Ma quanti stati d’animo sono ancora senza nome?

Stefano Massin ci accompagnanegli incredibili affreschi narrativi del suo Dizionario inesistente (Mondadori): un catalogo di umanissime sfumature di emozioni che ancora non hanno nome, un meraviglioso viaggio letterario dalla A alla Z attraverso racconti straordinari, in cui sfilano curiosi personaggi, dall’inventore della penna a sfera, László Biró, ai guerriglieri cileni Mapuche, da Leonardo a Galileo, da Leopardi a Kafka, passando per nobili del Seicento e miniere sudafricane.

Un gioco narrativo con cui Massini invita i lettori ad unirsi alla sua missione dai tratti quasi epici: “rimettere in moto il meccanismo portentoso che dalla notte dei tempi alimenta i nostri dizionari” e aiutarci così ad esprimere meglio la complessità del nostro sentire, anche quello più elementare, dipingendo l’infinito labirinto di voci in cui risuona l’animo umano.

Da Istanbul ad Ancona, da Giaffa a Basilea, da Roma a Miami, dalla Turchia di Atatürk all’Italia di fine Novecento, una saga familiare fatta di inganni, episodi oscuri, genealogie incerte, equivoci, e grandi atti di coraggio, in cui i personaggi sono in fuga dal proprio destino, intenti ad affermare il proprio posto nel mondo, tra slanci entusiastici verso il cambiamento e pervicace fedeltà all’io interiore.

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