Elogio dell’errore e arte dell’improvvisazione
Nelle nostre vite sbagliare implica e significa solo presagi funesti e conseguenze irrimediabilmente negative: da piccoli, sbagliare vuol dire prendere brutti voti, e forse essere bocciati, e da grandi rimanere bloccati, non fare carriera, perdere il lavoro. Lo sbaglio è sinonimo di perdita: perdita della stima degli altri – e anche di quella di noi stessi-, è perdita di controllo. Sbagliare è più che commettere un errore: è fallire. L’esperienza dell’ignoranza sembra essere ancora peggiore: è essere costretti ai margini. Ma se invece considerassimo l’errore come una parte inevitabile della crescita e l’ignoranza una premessa necessaria per imparare, per stupirsi e gioire per le meraviglie della scienza, dell’arte, della natura? Partendo dal suo romanzo edito Einaudi Elogio dell’ignoranza e dell’errore, Gianrico Carofiglio combina le parole di pensatori come Montaigne e Machiavelli, insieme a quelle di sportivi come Roger Federer e Mike Tyson, regalandoci un’allegra celebrazione della nostra umanità, per imparare a imparare, con tutti i nostri errori, con tutte le nostre consapevoli ignoranze.