Forum Intelligenza Artificiale

Hotel Cenobio dei Dogi, Camogli, Genova

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Copertina di AI: PROSPETTIVE Guarda

Un convegno a porte chiuse che ha coinvolto accademici, tecnici, giornalisti, economisti e intellettuali per approfondire tutte le implicazioni che l'IA sta avendo e potrà avere sulla società.

Non c’è settore o aspetto della nostra vita sociale e personale che non sia coinvolto dagli sviluppi dell'Intelligenza Artificiale: dalla medicina al settore produttivo, dall’edilizia all’ingegneria, dalla formazione alla distribuzione, dall’economia alla politica, dalla biologia all’aerospazio, dalla sicurezza all’entertainment, al settore creativo.

Di qui la necessità di far convergere attorno a uno stesso tavolo in una due giorni a Camogli esponenti degli ambiti più diversi in cui si articola la nostra realtà, per trarre linee concrete di sviluppo, prospettive, direttrici cui orientarci nel breve e lungo periodo.

I SOGNI DELLA RAGIONE

Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale prosegue a ritmi vertiginosi, superiori alla nostra capacità di metabolizzarne gli usi e le implicazioni, ridefinendo la nostra idea di umanità, avviando una trasformazione radicale della società, del lavoro, dei rapporti interpersonali, della produttività. Con implicazioni non indifferenti. L’apertura di possibilità superumane (o postumane) dagli indubbi benefici si accompagna a potenziali pericoli: dal sorgere di nuove e più acute forme di disuguaglianza e discriminazione, alla crescente delega decisionale a sistemi di machine learning, con la conseguenza che l’uomo diventi sempre più soggetto passivo, oggetto profilato e manipolabile a fini commerciali e politici. Non c’è settore o aspetto della nostra vita sociale e personale che non ne sia coinvolto: dalla medicina al settore produttivo, dall’edilizia all’ingegneria, dalla formazione alla distribuzione, dall’economia alla politica, dalla biologia all’aerospazio, dalla sicurezza all’entertainment fino al settore creativo. Affrontare con consapevolezza queste trasformazioni presuppone una conoscenza profonda dell’essere umano, sia sotto il profilo biologico, del funzionamento del cervello, del linguaggio e della memoria, sia sotto il profilo della sfera relazionale, emotiva, antropologica e identitaria, delle capacità di attivare connessioni, collezionare esperienze, costruire e trasmettere conoscenza.

Cosa si intende per intelligenza? Come sta cambiando il nostro modo di creare, progettare, immaginare? Fino a che punto siamo davvero liberi di effettuare scelte, quanto possiamo essere condizionati o determinati da fattori che non possiamo governare? Qual è il rapporto tra Intelligenza Artificiale (nel senso più ampio del termine, dagli algoritmi alle tecnologie digitali, dal neural network al deep learning) e la nostra autonomia interpretativa? Quanto incidono gli algoritmi nelle nostre vite, nelle scelte che facciamo, nelle nostre piccole e grandi decisioni? Il tema tocca tanto la filosofia, l’etica, la teologia quanto la finanza, la medicina, la storia, il diritto, l’informatica e la robotica. Ha a che fare con i concetti di volontà e di scelta, di progresso e di evoluzione. Evoca quesiti che coinvolgono il determinismo e la predestinazione, la trasparenza e l’intelligibilità degli algoritmi e degli output che generano.

È il momento di passare da una tecnologia chiusa, fine a se stessa, a una tecnologia filtrata da una visione umanistica. C’è bisogno di più consapevolezza: dietro ogni tecnologia realmente abilitante, c’è sempre l’uomo che la crea. E si sente l’esigenza di andare verso una visione complessiva e non settoriale delle problematiche, con un approccio capace di mettere assieme la natura, la scienza, l’arte, la cultura, il capitale umano e la tecnologia. Si rivela dunque urgente capire come potremo essere soggetti attivi e non passivi di ogni trasformazione digitale. Come far sì che l’umano resti al centro della rivoluzione digitale, protagonista capace di adattare la tecnologia ai propri bisogni e non costretto ad adattarsi a quanto imposto da un’innovazione fine a se stessa.

I partecipanti al forum si confrontano rispondendo alle tre grandi domande sullo sviluppo tecnologico che stiamo vivendo.

Cosa abbiamo tra le mani? Qual è lo stato dell’arte? Quali e quanti progetti realmente innovativi si stanno affacciando sulla scena mondiale (start up, brevetti, progetti di ricerca, etc.)? Siamo realmente consapevoli del potere delle tecnologie cui stiamo “dando vita”? Cosa sono in grado di fare? E cosa siamo in grado di fare noi con esse?

WHERE?
Dove stiamo andando? Quali direzioni intendiamo prendere? Quanta intenzionalità nostra c’è dietro le vie in cui ci stiamo incamminando? Dove ci porterà e dove intendiamo dirigere gli sviluppi di queste tecnologie? Chi decide le rotte? Qual è l’attuale geografia dello sviluppo nel settore dell’AI? Quanto può e quanto deve intervenire la legislazione, e con quali criteri?

WHY?
A quale scopo? Quali obiettivi ci animano, quali ragioni profonde spingono la ricerca, l’innovazione? Quanto intervengono politica e mercato? Quali condizionamenti vi sono sul piano internazionale? Quanto incidono i principi etici?

- Paolo Benanti - consigliere di Papa Francesco sull’IA e professore alla Pontificia Università Gregoriana
- Brando Benifei - eurodeputato e relatore del regolamento europeo sull'Intelligenza Artificiale
- Marco Bentivogli - esperto di Politiche di Innovazione dell’Industria e del Lavoro
- Rosangela Bonsignorio - direttrice del Festival della Comunicazione e scrittrice
- Fausto Caprini – amministratore delegato di Retex
- Gherardo Colombo - ex magistrato e coordinatore del Comitato legalità del Comune di Milano
- Nello Cristianini- prof. di Intelligenza Artificiale - Università di Bath, UK
- Giambattista D'Aste - avvocato, of counsel di CBB Law
- Alberto Diaspro - direttore del team Nanoscopy - IIT e prof. di Fisica applicata - Univ. di Genova
- Silvia Ferrara - prof. di Archeologia e Filologia - Università di Bologna
- Maurizio Ferraris - prof. di Filosofia teoretica - Università di Torino
- Federico Ferrazza - direttore di Wired Italia
- Marco Formento - direttore Global Innovation & ESG - Dolce&Gabbana
- Carola Frediani - giornalista di temi digitali (cybersicurezza, privacy, sorveglianza)
- Guido Frisiani - senior partner e leader di McKinsey Telecommunications, Media & Technology Practice in Europe
- Federico Fubini - inviato e vicedirettore del Corriere della Sera
- Stefania Giannini - vicedirettrice - Unesco con delega all’educazione
- Paolo Granata - prof. di Book e Media Studies - Università di Toronto
- Yoram Gutgeld - CEO Europe Khealth, piattaforma digitale basata su IA per la medicina
- Layla Pavone - coordinatrice del board per l’innovazione tecnologica e trasformazione digitale - Comune di Milano
- Carlo Sabetta - manager area normativa e regolamentazione Assotelecomunicazioni
- Stefano Scarpetta - direttore per l'Occupazione, il Lavoro e le Politiche sociali - OCSE
- Viola Schiaffonati - prof. di Logica e Filosofia - Politecnico di Milano
- Guido Scorza - componente del Collegio del Garante della protezione dei dati personali
- Giorgio Vallortigara - prof. di Neuroscienze - Centre for Mind-Brain Sciences, Università di Trento
- Mila Valsecchi - esperta di strategie dell'apprendimento e AD di Framevision

Il primo passo per trovare soluzioni è porsi le domande giuste. L’aspirazione del Forum è che le sollecitazioni prodotte da questo momento di confronto arricchiscano e rendano più incisive le attività dei diversi ambiti di azione in cui ciascuno dei partecipanti opera.

Si sono riuniti attorno a uno stesso tavolo personalità esperte in ambiti diversi, operativamente impegnate (chi in board istituzionali, chi nella ricerca, chi nell’area produttiva) nella gestione degli impatti che l’IA ha in quello specifico contesto di applicazione in cui opera. Unico scopo dell’incontro è stato mettere a confronto le esperienze delle realtà che ciascuno porta con sé, per allargare lo sguardo sulla complessità del fenomeno, arricchendo la propria posizione con il portato degli altri punti di osservazione. In questo confronto, a porte chiuse, si è sviluppato un dibattito libero e spontaneo, che, tra convergenze e divergenze, evidenze e percezioni, analisi e proiezioni, nell’ottica di ascolto e apertura, fuori dai riflettori mediatici, ha fatto emergere alcune questioni nodali.

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