AI: PROSPETTIVE

L’intelligenza artificiale sarà ed è già compagna quotidiana delle nostre attività, della nostra vita umana. Al di là delle leggi, dell’economia, dei diritti, uno dei campi più importanti a cui guardare quando si lavora con l’intelligenza artificiale è quello dell’etica, o meglio, dell’algoretica.

Cosa vuol dire per una macchina essere intelligente? Ad oggi le macchine sono dotate di un’intelligenza di tipo sintattico, ma non sono (ancora) in grado di comprendere il significato. Ma non è detto che non si arrivi anche a questo traguardo: la strada giusta per costruire macchine veramente intelligenti potrebbe partire dall'origine del significato che è nella vita biologica, nel corpo e nella sua interazione con il mondo che lo circonda.

L’Intelligenza Artificiale ci lancia una sfida inedita: la condivisione di processi democratici di sviluppo delle tecnologie nella certezza che la capacità di decidere e l’autonomia della persona non possono essere messe in dubbio. Questa sfida deve essere raccolta da tutte le componenti in gioco: progettisti, policy maker e cittadini.

Come ogni nuova tecnologia, l’AI ha, e avrà, enormi ricadute sul mondo del lavoro, offrendo enormi opportunità insieme a nuove sfide da affrontare. Gli impatti non saranno negativi se sapremo stabilire una opportuna regolamentazione degli usi possibili e, soprattutto, se investiremo in formazione continua e sviluppo di competenze di base, in modo da non lasciare nessuno indietro.

L’AI è una tecnologia che sta cambiando il mondo come lo conosciamo, perché ha una caratteristica che la mette in comune con le altre grandi tecnologie della storia: sta modificando il nostro rapporto con il tempo. Se le innovazioni medico-scientifiche hanno allungato la prospettiva di vita, l’elettrificazione le nostre giornate, l’AI, infatti, ottimizza i processi produttivi riducendo il tempo dedicato al lavoro e restituendoci tempo libero. Ma tutto il tempo risparmiato e la conseguente ricchezza nelle mani di chi finisce?

Perché si è tornato a parlare di tecnocrazia? Regolamentare le tecnologie basate su AI non vuol dire bloccare lo sviluppo tecnologico, ma conciliare il diritto a innovare (di pochi) con i diritti fondamentali (di tutti). Il progresso tecnologico corre a un ritmo molto più sostenuto rispetto a quello della regolamentazione, che è decisamente più lento. La sfida da raccogliere è avere leggi al passo con i tempi e a beneficio di tutti.

L’AI è “artificiale” proprio perché “fatto dall’arte umana”, come diceva Dante già nel Convivio. E per avere una visione dei prossimi passaggi tecnologici è necessario ripartire dagli anni 50, quando è nata l’Intelligenza Artificiale propriamente detta, per recuperare il filo rosso della scoperta scientifica e del relativo trasferimento tecnologico. Solo così potremo capire dove andrà l’intelligenza artificiale.

L’AI ha promesso al mondo di trasformarlo e di farlo in tempi relativamente brevi. Nel mondo delle aziende questo significa due cose: da una parte, velocizzare e rendere più efficace l’impianto produttivo, dall’altra realizzare una comunicazione più attenta e mirata.

L’Intelligenza Artificiale, con le sue innumerevoli applicazioni, è già una realtà che ci riguarda da vicino: offrendo contenuti accessibili e a basso costo ha rivoluzionato in senso democratico l’accesso al sapere. Per questo imparare a conviverci deve diventare un obiettivo primario della formazione: l’AI deve diventare per tutti un argomento di studio e uno strumento di formazione, con un occhio particolare alla certificazione delle fonti, che resta una delle questioni più spinose e controverse.

Nell'impatto che L’AI ha e avrà nella vita quotidiana, è necessario focalizzarsi sulla trasformazione nel mondo del lavoro: cambiano i contratti e si polarizzano le professioni con tre effetti: si sostituiscono le professioni più vecchie vengono sostituire, se ne generano di nuove e in altri casi ancora si potenziano quelle già esistenti. La sfida è studiare come non solo l’AI generativa, ma genericamente l’AI modificherà le attività, gli obiettivi e le competenze delle professioni di oggi e di domani.

L’intelligenza artificiale solleva, in primis, un tema di responsabilità. Chi guida un’azienda e chi ha ruoli politici deve necessariamente porsi il tema della consapevolezza e della responsabilità attraverso l’attuazione di regole e di applicazioni più chiare per tutti.

Il nuovo spaventa. Da sempre le nuove scoperte tecnologiche hanno portato una profonda resistenza al cambiamento: è stato così con la scrittura, con i giornali, e poi con la tv. Ma la paura della singolarità dell’AI come entità intelligentissima pronta a comandare sul mondo intero è solo un mito infondato. Quello che può preoccuparci, invece, è il suo contrario: ovvero l’accesso a queste tecnologie da parte di una moltitudine.

Un corso sperimentale dell’Università di Toronto utilizza l’AI come strumento per la didattica. La nuova tecnologia, infatti, stimola a indagare la sua capacità trasformativa e le sue ricadute anche in ambito formativo: come cambia il ruolo del docente? Reagisce lo studente? Quali sono le nuove potenzialità stimolate? La trasformazione in atto porta con sé la nascita di una nuova epistemologia che indaga su nuovi possibili processi di apprendimento.

Il dibattito contemporaneo intorno all’Intelligenza Artificiale si polarizza intorno a posizioni diverse, spesso opposte: l’AI “ruberà” posti di lavoro o offrirà nuove opportunità professionali? Diverrà uno strumento di manipolazione o libererà l’uomo dal peso dei lavori più ripetitivi? Si è creata una netta divisione culturale tra chi è più sensibile alle opportunità e chi invece è più preoccupato dalle conseguenze.

Sappiamo che l’intelligenza artificiale è un fenomeno trasformativo che cambierà le regole del gioco della società, ma corre il rischio di rimanere un tema per pochi ’“addetti ai lavori”. Per scongiurare questo pericolo è necessario procedere in maniera sistemica, a livello europeo e internazionale, oltre che con la regolamentazione, con un’(in)formazione che tocchi la più ampia fetta di cittadini.

Nel 2022 con l’AI generativa qualcosa è cambiato. Siamo in un mondo profondamente diverso: vivere con le conseguenze della tecnologia in modo sicuro richiede l’aiuto di tutti. Richiede un linguaggio comune. Non serve lamentarsi. Il cambiamento va affrontato con la conoscenza.

Due giorni di discussione, di dibattito, di confronto, di prospettive al Forum Intelligenza Artificiale organizzato e coordinato da Frame-Festival della Comunicazione. Il senso di questo lavoro.