di Autori vari
Con Monica Maggioni
Con Ferruccio de Bortoli, Stefano Quintarelli
Con Rossana Di Fazio, Margherita Marcheselli
Dopo sei anni di esperienze con il sito di enciclopediadelledonne.it, in rete dal 2010, Rossana Di Fazio e Margherita Marcheselli propongono la propria idea della rete come luogo in cui si sperimentano nuove specie espressive, manipolando ibridi di generi noti o evoluzioni impreviste che investono la comunicazione e i suoi linguaggi.
Con Paolo Fabbri
L’Orrore è un genere pervasivo nella comunicazione contemporanea. Il “collettivo” Zombi figura in tutto il mediascape: dal libro al cinema, dal fumetto al videogioco. Fin dal libro di Umberto Eco, Apocalittici e integrati – di cui ricorre il cinquantenario – questo “figuro” pone serie domande sul suo senso e valore.
Con Massimiliano Fuksas
Con Salvatore Aranzulla
Il Web: uno straordinario universo di possibilità, stimolo alla creatività e all’inventiva e un prezioso alleato per la vita di tutti i giorni, un paradiso per gli spiriti più intraprendenti. Tuttavia navigare nelle sue acque non è sempre facile. Ma nell’era delle community e dell’High Tech la soluzione può essere alla portata di tutti, con la guida giusta. Il divulgatore informatico più seguito d’Italia si presterà a rispondere a qualsiasi domanda sull’uso di computer e cellulari, aiutandoci a usare al meglio le tecnologie che arricchiscono la nostra quotidianità.
Con Claudio Bisio, Michele Serra, Denise Pardo
Con Matteo Bordone
Come amare i videogiochi per quello che sono: una delle massime espressioni della cultura contemporanea. Tra luoghi comuni, falsità, giornalisti, generazioni a confronto, e un sacco di gente che ama Mario più di Topolino.
Con James Bradburne
Con Mario Calabresi
La voce delle nuove generazioni contro i venditori di paure Il giornalismo del futuro 25 anni dopo la nascita del web
Con Luca Colombo
In 30 anni è cambiato profondamente il modo di comunicare attraverso internet. I social, e Facebook in particolare, hanno permesso di sviluppare linguaggi, tecniche e ambienti per una comunicazione immediata ed immersiva. Un’evoluzione non solo tecnologica ma, soprattutto, culturale e mentale. Alla forza della parola e delle immagini si aggiungerà nei prossimi anni il capitolo della realtà virtuale. Facebook permette di definire nuovi paradigmi e nuove metodologie di condivisione di opinioni, saperi ed opportunità di business.
Con Chris Bangle, Alessandro Curioni, Roberto Cingolani
Con Alberto Diaspro
La microscopia ottica da sempre offre la possibilità di accedere al meraviglioso realismo di ciò che ci circonda. Le cellule con i loro organelli e la loro organizzazione in organi e tessuti vengono rappresentati attraverso immagini che uniscono bellezza e conoscenza scientifica a diversi livelli di dettaglio nello spazio e nel tempo. Il recente riconoscimento Nobel alla microscopia ottica sancisce la possibilità di disporre di una sorta di super-vista che ci permette di osservare le singole molecole, le proteine e tutti i principali attori del nostro funzionamento ad una scala incredibilmente elevata: la nanoscala tanto cara a Richard Feynman. L’elevato contenuto informativo che ogni immagine porta oggi e la necessità di condivisione del dato tra persone e laboratori rendono irrinunciabile anche in questo campo l’uso della nuvola digitale, la cloud, e della immensa ragnatela del web: non “semplice” sorgente di immagazzinamento e recupero dati ma elemento portante di condivisione. Grazie ad esse ad esempio un medico di New York oggi può procedere in un intervento chirurgico consultando dai suoi occhiali digitali dati raccolti a Tokyo e a Genova circa la patologia che sta trattando. Così come un laboratorio che sviluppa nuovi farmaci può accedere in tempo reale ad esperimenti a livello molecolare che stanno avvenendo in diversi laboratori “world wide” connessi in un unica ragnatela “smart”.
Con Daniele Doesn't Matter
Che cosa significa Youtube? Quando alla domanda “Che lavoro fai?” rispondo lo Youtuber, i miei interlocutori over 35 si straniscono sempre. Se invece il mio interlocutore non ha più di 25 anni, la reazione è ben diversa. In questo speech raccontiamo come Youtube è inserito nella costruzione del palinsesto personale degli utenti e come viene utilizzato. Gli appuntamenti fissi, l’interazione diretta, la disponibilità ondemand dei contenuti sia da computer sia da tv sia mobile e la possibilità di commentare sono delle caratteristiche che i nativi digitali iniziano a richiedere anche agli altri media.
Con Rick Dufer
Con Maurizio Ferraris
Con Carlo Freccero
Fenomenologia della notizia: dal conformismo televisivo, al mainstream della stampa, sino al complottismo del web.
Con Cinzia Leone
Con Aldo Grasso
Con Evgeny Morozov
L’ultimo decennio ha conosciuto il rapido emergere e consolidarsi di un nuovo tipo di capitalismo basato sulle piattaforme digitali (o intermediarie) come Facebook, Uber, Amazon, Airbnb. Tale fenomeno ha interessato settori della società assai differenti tra loro, quali giornalismo, trasporti, turismo, e molti altri. La crescita di queste piattaforme sta cambiando non solo la composizione, ma anche l’orientamento di molte industrie, colpendo (spesso negativamente) coloro che prima godevano di un impiego sicuro o erano in parte protetti dalle macchinazioni del mercato globale. Nel suo intervento, Morozov esplorerà il lato oscuro della società-piattaforma, interrogandosi sulla sua capacità di affrontare le proprie contraddizioni e crisi.
Con Valentina Pisanty
Oggi annoverato tra le nuove forme di dipendenza tecnologica insieme alla ludopatia da videogiochi, al sesso in rete e alla sindrome del cellulare fantasma, il cosiddetto binge-watching (la visione compulsiva e ininterrotta di serie televisive) pare legato all’offerta pressoché illimitata di stagioni complete in streaming, che svincola la visione dalle cadenze del palinsesto tradizionale, con immediate ricadute sulle modalità di consumo. Per la maggior parte degli utenti la fruizione avviene in solitario, spesso in ambiente domestico, in un rapporto regressivo con il dispositivo trasmittente che agevola l’immersione totale negli universi della finzione eroica e la riluttanza a far ritorno nell’assai più modesta sfera dell’agire quotidiano. Ma quanto è lontana la compulsione seriale dalle forme più tradizionali di intossicazione? L’intervento analizza la vasta fenomenologia delle dipendenze da serie da una prospettiva semiotica, con il proposito di distinguere tra diversi stili di fruizione immersiva: dalle maratone solitarie e onnivore che possono suscitare sentimenti individuali di frustrazione e di inadeguatezza, all’intensa attività sociale che viceversa circonda alcuni specifici culti televisivi. Quale connessione c’è tra questi atteggiamenti e l’architettura di quei mondi narrativi? E quali effetti producono le frequenti e prolungate immersioni nei mondi seriali sulla percezione collettiva del mondo reale?
Con Severino Salvemini
Rimassa esplora la digital economy attaverso i nuovi trend dell’innovazione per indagare i cambiamenti che grazie a ciò che definisce una apposizione – il digital appunto – stiamo vivendo in tema di relazioni intepersonali, modalità di comunicazione e sviluppo di startup, nuove imprese e innovazioni di business.
Con Lucrezia Reichlin, Salvatore Bragantini
Con Alessandro Rimassa
Con Marco Santambrogio
Con Charles Seife
Nel bene e nel male, ormai facciamo affidamento sulle risorse digitali per raccogliere informazioni sull’ambiente e sul contesto in cui ci muoviamo quasi fossero un prolungamento fisico di occhi e orecchie. La nostra comprensione del mondo è quindi sempre più definita dalle macchine. Nella sua lectio, Seife mostrerà come questo cambiamento ci permetta da un lato di raccogliere e assorbire molte più informazioni rispetto al passato, e dall’altro consente a chi realizza e controlla le macchine di manipolare le nostre percezioni, il nostro comportamento e la nostra stessa realtà.
Con Beppe Severgnini, Stefania Chiale
Donald Trump, Brexit, migrazioni incontrollabili, populismo rampante, economia incerta: tutto sembra contribuire all’ansia e all’incertezza, in Italia in Europa e nel mondo. I media tradizionali hanno perso influenza: faticano a spiegare, non riescono a tranquillizzare. La competenza sembra diventata una colpa. I social media dominano la scena. Hanno creato un’atmosfera tossica o invece sono le valvole di sicurezza che impediscono alla società occidentale di esplodere?
Con Giorgio Zanchini, Simone Bemporad, Massimo Russo
Con Piero Angela
Con Bruno Barbieri, Luca Casaura
Con Sabino Cassese
Con Stefano Bartezzaghi
Prima dell’esistenza del World Wide Web, la rete è stata trappola, gol, griglia, enigma e, soprattutto, forma simbolica necessaria allo studio di cultura e comunicazione.
Con Furio Colombo
Con Vincenzo Roppo, Gherardo Colombo, Armando Spataro
Con Roberto Cotroneo
Con Paolo Crepet
Con Andrea De Carlo
Il romanziere racconta il rapporto tra alcune delle sue canzoni preferite e le storie che scrive, suonando dal vivo con un quartetto di blues elettrico. Un preludio al suo romanzo, L’imperfetta meraviglia.
Con Marco Delmastro
Il World Wide Web nasce 25 anni fa al CERN, inventato per permettere lo scambio rapido di informazioni tra gli scienziati del laboratorio di Ginevra e quelli delle università e gli istituti di ricerca nel mondo. Quella rete concepita per condividere la scienza tra gli addetti ai lavori mette oggi a disposizione di tutti, anche a chi scienziato non è, i risultati delle ricerche e il patrimonio globale della conoscenza scientifica. Sulla stessa rete hanno però trovato voce e spazio anche le teorie pseudoscientifiche più audaci, che spiegherebbero il funzionamento dell’universo meglio di Einstein, Feymann o Hawking. Come distinguere allora le teorie squinternate dalla scienza? Con un rapido (e ironico) compendio, efficace a valutare siti web, forum e email che propongono nuove e incomprese rivoluzioni copernicane.
Con Luca De Biase
La lunga storia di internet comincia in America, tra esigenze militari e scientifiche. Il web è stato inventato in Europa, per scopi scientifici e partecipativi. Oggi lo squilibrio di potere tra le due sponde dell’Atlantico appare molto favorevole all’America, ma la nuova fase innovativa che coinvolge manifattura, robotica e nuovi modelli di business potrebbe rilanciare l’Europa.
Con Andrea Fontana
Amata, odiata, lodata, criticata. Da quando è nata, la Rete è stata molte cose: strumento della democrazia compiuta, mezzo del dominio di massa, dispositivo di intrattenimento. Ma nello specifico che cosa è stato raccontato negli ultimi 25 anni? È possibile rintracciare una trama, con strumenti e contenuti significativi, nella storia della Rete? Forse sì. E in questa trama da scoprire – a cavallo tra supremazia, libertà e complotti – noi siamo i protagonisti, che tutti i giorni interagiamo nel web.
Con Carlo Turati, Annalisa Galardi
Comunicare è un’espressione aziendalmente rassicurante. Non significa né conversare, né chiacchierare e men che meno ascoltare. Eppure, tutto intorno è conversazione: mercati, persone, reti. Siamo umani e preferiamo da sempre la ‘voce umana’ della conversazione: genuina, diretta, emozionante. La comunicazione trasmette blocchi di informazioni, la conversazione le fa vibrare dentro un racconto. E la chiacchiera, infine, ci fa sentire a casa con gli amici. I tempi forse stanno cambiando: le imprese comunicano sempre più spesso di voler conversare, per correre verso un futuro fatto di ‘voci’ e non di ‘parole’, di storie e non di dati. È up-to-date e nobilmente antico. Nel management si usa oggi con disinvoltura il vocabolario pre-moderno delle storie, la metafora provinciale della piazza e della chiacchiera. Chiamiamo storytelling l’arte e la tecnica del racconto. Chiamiamo storydoing la bravura dei grandi oratori di condurre gli uomini all’azione attraverso le parole. Chiamiamo conversational knowledge sharing quello che qualcuno una volta chiamò serendipità e qualcun altro, più moderno, ha definito un mondo di organizational dating. Back to the future, insomma: comunicare è rassicurante, conversare è umano, la ‘piazza delle parole’ potrebbe essere il nostro futuro.
Con Alessia Gazzola
C’è un legame profondo che da sempre unisce lo scrittore al suo pubblico: fiducia, aspettativa, talvolta impazienza si intrecciano in un rapporto di influenza reciproca. Come si è evoluta tale relazione nell’era “liquida” del web? Quanto il medium influenza l’approccio fruitivo del lettore? Ce ne parla Alessia Gazzola.
Con Paolo Giordano
Con Luna Orlando
Da un hashtag a un libro, esercizi di filosofia sulla Rete con la community di @TwitSofia_It
Con Tullio Pericoli, Severino Salvemini
Con Massimo Russo
Con Mario Tozzi
Da quando noi uomini abbiamo imparato a tramandare racconti e cultura, raccontiamo soprattutto catastrofi. Il diluvio universale, Atlantide, Pompei, il terremoto di Lisbona, le alluvioni, il Vajont. Ma le catastrofi non sono tutte uguali: quasi nessuna di quelle moderne è naturale, eppure, invece di mantenere comportamenti adatti a prevenirle e affrontarle, noi uomini del Terzo Millennio ne abbiamo ancora una gran paura e ne sfuggiamo ragioni e spiegazioni. Ma la paura degli eventi naturali è, oggi, totalmente immotivata: basterebbero la conoscenza di base e comportamenti armonici con il pianeta per evitarne le conseguenze catastrofiche. Come si sapeva fare nelle società tradizionali e come abbiamo presto disimparato. Il linguaggio è cambiato nel tempo e ha rispecchiato l’evoluzione del concetto stesso di catastrofe, da punizione divina a stravolgimento sociale, da evento fatale a fenomeno comprensibile e con il quale sarebbe possibile convivere. E le parole delle catastrofi sono entrate nel linguaggio quotidiano molto spesso in maniera impropria, con espressioni che sono poi diventate proverbiali, da tsunami a bomba d’acqua. Quasi sempre a sottolinearne la paura atavica degli uomini. L’analisi del linguaggio, attraverso molti esempi da tutto il mondo, spiega quanto e come gli eventi naturali, usciti dalla porta, sono ormai clamorosamente rientrati dalla finestra. E continuano a farci paura.
Con Pietrangelo Buttafuoco, Antonio Prudenzano, Gino Ruozzi
Leo Longanesi e la capacità di stupire in 140 caratteri o poco più.
Con Donato Carrisi
La tensione corre (anche) sul web. Ma come si costruisce la suspense letteraria al tempo di internet? Donato Carrisi, maestro del thriller italiano, ci porta nella mente dello scrittore, rivelandoci come scrivere crime fiction nell’era digitale può influenzarne la struttura e il processo creativo.
Con Luca Doninelli, Claudio Magris
Secondo molti studiosi americani il romanzo ha smarrito la sua ragion d’essere originaria, almeno per quanto riguarda la nostra civiltà: quella di fornire alle persone, e soprattutto ai giovani, quel complesso di idee, pensieri, immagini che sono in un certo senso i materiali con i quali l’uomo occidentale ha edificato la propria personalità e la propria visione del mondo. Oggi, secondo questi studiosi, il serial tv avrebbe sostituito in questa finzione il romanzo, lasciando a quest’ultimo un mero compito di intrattenimento colto. La sfida è interessante perché riguarda non solo l’ambito letterario ma anche quello educativo e formativo. La posta in gioco non riguarda solo un genere letterario ma lo sviluppo della personalità umana. Parleremo dunque del rapporto tra romanzo e serial tv, chiedendoci se quest’ultimo sia divenuto o no l’unico autentico erede del romanzo classico ottocentesco e se il romanzo debba invece assolutamente seguire la via di rottura, di dissoluzione delle forme narrative segnata dai capolavori del romanzo novecentesco (Musil, Kafka, Svevo, Faulkner, Joyce, alcuni sudamericani e così via). Parleremo delle possibilità e suggestioni che il digitale offre o potrebbe offrire a una narrativa sperimentale: si pensi al passaggio, nel sistema del computer, dalla facciata principale alle finestre e alle videate che aprono digressioni, fughe laterali che diventano o possono diventare il centro della narrazione, un po’ come nei poemi del passato in cui la vicenda principale veniva ogni tanto interrotta da storie laterali, per poi riprendere il suo corso. Analizzeremo concretamente le possibilità e i suggerimenti strutturali che il digitale può offrire a nuove forme di narrazione, soffermandoci anche sulla memoria digitale, sulla possibilità di rendere presente il passato e sulla modalità di assemblaggio di testi che può ricordare gli antichi sparsi canti da cui l’uno o l’altro grande poeta traeva il suo poema unitario e organico, sin dai tempi di Omero.
Con Pierpaolo Eramo, Paolo Crepet
I social network sono il mondo parallelo dove i nostri bambini a partire dalle elementari giocano, s’incontrano, comunicano, osano, scommettono, rischiano. In una parola vivono, tra passatempi innocui e pornografia, immagini in libertà e parole che uccidono, mentre gli adulti faticano a ritrovare un ruolo di guide, forse persi anche loro tra Instagram e Facebook. Quale ruolo educativo può giocare la scuola tra tentazioni proibizioniste e colpevoli tolleranze?
Con Oscar Farinetti
Siamo stati molto fortunati a nascere in concomitanza con la più grande invenzione dell’umanità insieme al fuoco: internet. Stiamo imparando a volare ma fino a che non ne saremo capaci veramente non ci godremo appieno questo traguardo.
Con Carola Frediani
I giornali sono arrivati sui social media. Era ora. Ma non saranno i social a salvarli
Con Riccardo Fedriga
Con Alberto Girani
Il Parco di Portofino sul web, in quindici anni, è passato da una partecipazione quasi “surreale”, finalizzata a stupire per originalità e presunti effetti speciali ai quali corrispondeva una scarsa usabilità, ad una presenza che, grazie e attraverso una struttura essenziale, conduce ad una rilevante quantità di informazioni e consente un rapido approccio agli aspetti più richiesti dall’utenza. È lo specchio di una ricerca di comunicazione “multidimensionale” tra il Parco e le persone finalizzata alla fruizione attiva e consapevole, esperienziale, dei valori che tuteliamo. Un percorso di adesione e presenza al mutamento della società, che si configura come una sfida tra una realtà, il Parco, finalizzata alla “conservazione” e gli strumenti di comunicazione, che con il loro permanente rapido evolversi, rivoluzionano le modalità di percezione della natura.
Con Federico Rampini, Jay Mc Inerney
Con Giorgio Nardone
La persuasione come fondamento delle relazioni sociali, la differenza tra persuasione, manipolazione e convincimento. Le applicazioni della persuasione alla medicina, al management, all’insegnamento e alla seduzione.
Con Fabio Picchi, Davide Paolini
Con Claudio Tuniz, Patrizia Tiberi Vipraio
Tutto cominciò immaginando strumenti nelle pietre. Poi venne il linguaggio, che permise a Homo di diffondere e articolare i prodotti del suo cervello – dalle armi all’arte, fino agli dei – attraverso nuove e più potenti funzioni mentali. Formando gruppi sempre più ampi e connessi, alla fine diventammo padroni del mondo, eliminando altre specie umane e molti grandi animali, senza mai smettere di scontrarci tra noi. In seguito cercammo di comunicare le nostre idee nel tempo e nello spazio. Con l’invenzione della scrittura potemmo accumulare la conoscenza e diffonderla. Con la divisione del lavoro diventammo un organismo sociale sempre più interdipendente, capace di divorare il proprio futuro. L’Internet e il World Wide Web sono gli strumenti più recenti di questo processo. Ora stiamo programmando di integrarci anche con le macchine che abbiamo creato. Sarà questo l’ultimo atto della nostra (breve) storia evolutiva?
Con Anna Venere
Il Web ha permesso una rivoluzione nel mondo della moda. Le regole non sono più solo imposte dall’alto, attraverso riviste, sfilate e televisione, ma le opinioni e il modo di interpretare la moda dei non addetti ai lavori ha avuto sempre più spazio fino a ribaltare la catena di produzione. Blogger, influencer, street style, social network hanno sempre più potere nel decidere cosa va di moda, ma soprattutto nel giudicare una casa di moda e non solo per la qualità dei capi, ma anche politiche interne che essa segue. Sono esempio il boicottaggio a Dolce e Gabbana ed il documentario Sweetshop che ha accusato H&M. I brand più innovativi hanno imparato a sfruttare questa rivoluzione coinvolgendo le influencer più popolari non solo nella pubblicità, ma anche nel processo creativo per andare incontro alle esigenze dei consumatori soprattutto nel campo più di nicchia, a lungo sottovalutato, che è il mondo del Curvy e delle taglie comode. Il web, insieme all’avvento del low cost, ha permesso che tutti ora possano parlare di moda, vivere la moda e fare la moda.
Con Roberto Benigni